Cinema ed economia circolare, la svolta green è un’opportunità di lavoro: il nuovo report dell’Osservatorio Spettacolo e Ambiente realizzato con PEFC Italia rivela la richiesta di nuove professioni artigiane e le buone pratiche per il legno di scena
Venezia Lido – La transizione ecologica nel cinema non è solo una necessità ambientale, ma una concreta opportunità occupazionale che richiede nuove competenze e professionalità. Emerge un settore in rapida trasformazione, che da un lato fatica a trovare artigiani e tecnici specializzati in sostenibilità, dall’altro mostra esempi eccellenti di economia circolare, dove le scenografie in legno dei grandi set vengono trasformate in arredi di design a vocazione sociale.
È questa la fotografia scattata dal nuovo report presentato alla 82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “Il valore del legno nell’industria cinematografica: materiali, strategie e professioni artigiane”, realizzato dall’Osservatorio Spettacolo e Ambiente e realizzato in collaborazione con PEFC Italia (Programme for Endorsement of Certification schemes), l’ente leader per la certificazione forestale. Il documento analizza il ruolo cruciale del legno, materiale fondamentale per creare la magia del cinema, evidenziando le sfide occupazionali e le buone pratiche per un futuro più sostenibile.
L’Osservatorio Spettacolo e Ambiente è promosso da ANEC, Green Cross Italia e ATIP ed è finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEu attraverso il Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea.
La sfida delle “competenze verdi”: servono nuovi artigiani per il cinema
La spinta verso la sostenibilità sta ridisegnando le professioni del dietro le quinte. Il report evidenzia un crescente fabbisogno di “competenze verdi” in tutta la filiera. Non si tratta solo di introdurre nuove figure come il Green Manager, ma di un profondo processo di riqualificazione (reskilling e upskilling) per l’intera forza lavoro.
Figure tradizionali come i tecnici di costruzione scenografica devono oggi integrare le loro abilità con nuove conoscenze: dai materiali certificati come il legno PEFC alle vernici a basso impatto, fino ai principi dell’eco-design per progettare set facili da smontare e riutilizzare.
Tuttavia, il settore si scontra con un significativo disallineamento sul piano del mercato del lavoro: a fronte di una crescente domanda di competenze green e digitali c’è un’offerta formativa che fatica ad adeguarsi e mancano figure qualificate. La difficoltà nel reperire operai e artigiani specializzati con queste competenze aggiornate rappresenta un ostacolo critico. Il mercato cerca figure ibride, capaci di coniugare un sapere artistico-umanistico con competenze tecniche avanzate: uno scenografo che sappia disegnare a mano un bozzetto, modellarlo in 3D e scegliere i materiali in base a schede tecniche di sostenibilità.
“Il futuro del cinema italiano, per essere davvero sostenibile – spiega Marco Gisotti, direttore scientifico dell’Osservatorio e curatore del Rapporto –, passa da un investimento strategico sulla formazione. Ci sono già esempi virtuosi, dai corsi per professionisti che abbiamo fatto noi nei mesi passati come Osservatorio al lavoro eccellente che sta facendo Anica Academy, ma per colmare il divario di competenze e trasformare una sfida ambientale in una grande opportunità di innovazione e lavoro qualificato serve un’azione congiunta fra privato e pubblico, coinvolgendo anche altri ministeri come quello del Lavoro, dell’Istruzione e dell’Università, oltre che ovviamente la Cultura e l’Ambiente. Per questo lanceremo un tavolo congiunto per monitorare l’offerta formativa del settore”.
Buone pratiche: quando il legno del set rinasce come arredo di design
Se la sfida formativa è cruciale, l’Italia mostra già un percorso virtuoso nell’applicazione di pratiche sostenibili. Protocolli come Green Film, EcoMuvi, Zen2030 e il Green Standard di Cinecittà stanno guidando il cambiamento, promuovendo il riuso e richiedendo esplicitamente l’uso di legno certificato PEFC o FSC per le scenografie.
Un caso di studio interessante è la serie Sky Original “Un amore” (2024), con Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti. Girata a Bologna e certificata Green Film con la verifica di Arpae Emilia-Romagna: la produzione ha implementato un rigoroso piano di sostenibilità. Tra le azioni messe in campo, oltre all’ottimizzazione dei trasporti e alla gestione dei rifiuti, spicca esplicitamente l’utilizzo di prodotti legnosi certificati PEFC .
Così come un caso concreto di economia circolare è la collaborazione nata nel 2022 tra EcoMuvi ed Echo Labs, impresa sociale di FERCAM e DACHSE. Grazie a questa sinergia, oltre 3.000 chilogrammi di legno provenienti da set cinematografici sono stati recuperati e trasformati in arredi destinati alla collettività, stoccando più di 1.500 kg di CO₂.
Il legno, al termine delle riprese, viene lavorato nella falegnameria sociale di Echo Labs, che impiega principalmente rifugiati politici e richiedenti asilo. Da qui nascono elementi di eco-design che riqualificano spazi urbani e industriali. Tra le produzioni che hanno aderito al progetto figurano titoli di rilievo come:
- “La Chimera” di Alice Rohrwacher, la cui scenografia è stata trasformata in nuovi manufatti.
- La serie TV “Hotel Costiera” (Prime Video), il cui legno è stato impiegato per costruire lo stand con cui FERCAM ha partecipato a una fiera internazionale a Monaco.
- Il film “Una terapia di gruppo”, con il cui materiale sono stati realizzati tavoli e pannelli per il “Gran Tour AFAM”, un progetto culturale internazionale.
Scarica il Rapporto: “Cinema, artigiani e legno”