Spettacoli Sostenibili 2025 - Le immagini della conferenza

Spettacoli Sostenibili 2025: verso una roadmap per la transizione ecologica dello spettacolo

Conclusa alla Festa del Cinema di Roma la giornata di confronto tra istituzioni, imprese e professionisti del settore per accelerare la sostenibilità ambientale nei cinema, teatri e festival.

440 le sale cinematografiche già efficientate rispetto a un obiettivo di 420 al 31 dicembre 2025. Una sensibilità ambientale per le professioni dello spettacolo che è cresciuta tra il 2019 e il 2024 del 63,5%. La nascita di un’associazione europea di professionisti green dell’audiovisivo, Aspa, che conta già l’adesione di 30 paesi.

Accordi con GSE, ENEA e Credito sportivo e culturale per sostenere la transizione green delle industrie dello spettacolo. Questi alcuni dei dati illustrati alla conferenza organizzata dall’Osservatorio Spettacolo e Ambiente.

 

Si è svolta il 21 ottobre presso l’Auditorium del GSE a Roma, nell’ambito della Festa del Cinema, la conferenza Spettacoli Sostenibili 2025, che ha riunito istituzioni, enti di ricerca, imprese e operatori del settore per analizzare, confrontarsi e condividere strumenti e strategie concrete nel percorso di transizione ecologica e culturale delle industrie legate al mondo cinematografico e teatrale.

L’iniziativa è stata promossa dall’Osservatorio Spettacolo e Ambiente – nato nel 2023 da ANEC, ATIP e Green Cross Italia con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – in collaborazione con il GSE e il MASE. Un progetto nato con l’obiettivo di diventare punto di riferimento tecnico e strategico per accompagnare la filiera culturale verso un futuro più responsabile, energeticamente efficiente, economicamente sostenibile.

L’apertura dei lavori ha visto la partecipazione di rappresentanti chiave del panorama istituzionale e culturale nazionale, coordinati da Marco Gisotti, giornalista ambientale, esperto di politiche green e direttore scientifico dell’Osservatorio.

 

“L’impatto dell’intera industria italiana dello spettacolo non è paragonabile a quello di nessun altro settore – ha spiegato in apertura Gisotti – non è un’acciaieria né un cementificio, non deve trasformare idrocarburi in energia, né trasportare in alcun modo merci per tutto il continente. Eppure, contribuisce alla crescita culturale del Paese in misura maggiore di qualsiasi altra industria. Se il cinema, l’audiovisivo, il teatro e gli spettacoli dal vivo possono essere più sostenibili, allora possono spiegare al loro pubblico, che poi sono tutti gli italiani e le italiane, che anche loro possono esserlo”.

“Il compito dell’Osservatorio è aiutare le imprese del settore a usare meglio l’energia, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità del loro servizio: per questo raccogliamo dati, numeri, buone esperienze e le riportiamo agli operatori, incrociando le competenze e suggerendo nuove alleanze fra settori che fino ad oggi hanno sempre marciato parallelamente ma non insieme. Per questo, abbiamo stretto, e continueremo a farlo, collaborazioni con GSE ed ENEA. Una transizione, quella ecologica e digitale, che non solo migliorerà il sistema ma è portatore anche di nuova occupazione, come i dati di Unioncamere dimostrano”.

“Quello di oggi – ha ricordato l’Amministratore Delegato del GSE, Vinicio Mosè Vigilante – è un passaggio del percorso che il GSE ha avviato già da alcuni anni, quando abbiamo supportato ANEC con riferimento all’accesso ai fondi previsti dal PNRR. Da quell’esperienza è nato un dialogo virtuoso tra il mondo della transizione energetica e quello della cultura, due realtà che insieme possono generare un impatto concreto e duraturo. Con la convenzione sottoscritta lo scorso 12 maggio abbiamo rafforzato questa alleanza, promuovendo una conoscenza reciproca: noi abbiamo imparato a conoscere le esigenze dei luoghi della cultura, e al tempo stesso abbiamo condiviso gli strumenti e i meccanismi che sostengono la transizione. Cinema, teatri e festival non sono soltanto spazi da rendere più efficienti, ma luoghi che possono diventare amplificatori del messaggio della sostenibilità. Per questo è fondamentale continuare a lavorare in modo sinergico con i Ministeri, gli enti tecnici e gli istituti finanziari, come il Credito Sportivo e Culturale, che opera con un mandato di interesse pubblico. Solo insieme possiamo trasformare la transizione energetica in un motore di innovazione, consapevolezza e competitività per il Paese”.

“La transizione ecologica costituisce oggi una delle sfide più decisive e complesse che il settore culturale e creativo è chiamato ad affrontare – ha comunicato Antonio Parente, Direttore Generale della DG Spettacolo del Ministero della cultura in un ricco documento presentato in apertura di lavori –. Essa non rappresenta soltanto un insieme di interventi tecnici o infrastrutturali, ma un cambiamento di paradigma che investe il modo stesso di concepire, produrre e vivere la cultura”.

“In questa prospettiva, la Direzione generale Spettacolo del Ministero della Cultura ha assunto un ruolo centrale nell’attuazione delle politiche di sostenibilità e innovazione del settore. Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza gli avvisi pubblici emanati nel 2021 e nel 2024 – quest’ultimo rivolto in particolare alle regioni del Mezzogiorno – hanno avuto l’obiettivo di accompagnare il settore verso questa trasformazione, sostenendo progetti di eco-efficientamento e al tempo stesso valorizzando le identità architettoniche e artistiche dei luoghi dello spettacolo. L’investimento complessivo, pari a 200 milioni di euro, ha promosso la riqualificazione energetica, la modernizzazione tecnologica e la sostenibilità degli spazi culturali italiani, favorendo un modello integrato e duraturo di intervento”.

“Allo stato attuale il target di rilevanza UE T4/2025 del 31 dicembre 2025 è già stato conseguito in quanto oltre 440 interventi risultano essere conclusi a fronte dei 420 da conseguire. I risultati ottenuti testimoniano come la transizione ecologica nell’ambito dello spettacolo sia ormai una realtà concreta”.

Lo ha ribadito anche Carlo Zaghi, Direttore generale della DG Sostenibilità del MASE, sottolineando come già dal 2002 il Ministero avesse previsto criteri ambientali per la gestione sostenibile degli eventi, divenuti obbligatori con il nuovo Codice degli Appalti del 2016. Nel 2023, un accordo con il MIC ha dato vita a linee guida specifiche per il settore cinematografico e audiovisivo, ulteriormente rafforzate con il rinnovo del 9 ottobre 2025. La cultura – ha detto – non è solo contenuto, ma anche industria: un settore che partecipa al PIL parla alla sensibilità dei cittadini e che, proprio per questo, deve farsi veicolo di un messaggio sostenibile concreto, misurabile, credibile. La sostenibilità non è solo un obiettivo da perseguire, ma una leva di comunicazione, reputazione e competitività.

Bruno Zambardino, in rappresentanza della Direzione Generale Cinema del MIC, ha sottolineato come il Ministero stia lavorando da anni al fianco delle imprese culturali, anche attraverso gruppi di ascolto e collaborazione diretta con Cinecittà e i produttori indipendenti. Il settore è estremamente variegato e non può essere governato con strumenti rigidi: per questo è essenziale una governance adattiva, che alzi progressivamente l’asticella degli obiettivi, accompagnando però le aziende nel percorso con chiarezza normativa, incentivi e formazione. L’esperienza concreta dimostra che molte imprese, come Cinecittà, hanno già avviato percorsi virtuosi di sostenibilità: serve ora consolidare queste pratiche e favorirne la diffusione.

Nel corso della giornata si è tornati più volte sull’importanza di rendere la transizione non un atto di principio, ma una pratica quotidiana. È quanto emerso anche dagli interventi del GSE e dell’ENEA, che hanno illustrato strumenti concreti, incentivi, collaborazioni già attivate. Proprio l’ENEA ha annunciato – per voce di Marcello Salvio e Francesco Prisinzano – la firma di un Protocollo d’intesa fra l’agenzia e l’Osservatorio per la realizzazione di azioni congiunte e in particolare di una ricerca specifica dedicata per la prima volta al settore delle sale cinematografiche e dei teatri che raccoglierà dati e diagnosi energetiche da un campione rappresentativo di sale, al fine di individuare criticità, benchmark, buone pratiche replicabili. Il lavoro, avviato in ottobre, sarà completato entro giugno 2026, con l’obiettivo di fornire una base tecnica per la costruzione di policy e incentivi più mirati.

Particolarmente approfondito l’intervento di Michela Esposito, della DG Sostenibilità del MASE, che ha illustrato nel dettaglio le linee guida che si stanno concordando con il MIC per l’attuazione di una transizione ecologica ed energetica per le produzioni, gli eventi e gli spazi culturali. Le linee di intervento riguardano tre ambiti fondamentali: la promozione delle opere cinematografiche e audiovisive, la sostenibilità delle produzioni, la sostenibilità delle sale. Tre i criteri minimi obbligatori per accedere ai benefici: la nomina di un responsabile per la sostenibilità, la presentazione del progetto e la formazione del personale. Seguono poi numerosi criteri ambientali, che vanno dalla riduzione dell’impatto dei prodotti e servizi utilizzati, alla prevenzione dei rifiuti, alla promozione dell’economia circolare, dell’accessibilità, della biodiversità e del rispetto dei diritti del lavoro. Il sistema è articolato in tre fasi: ex ante (progettazione e impegni formali), durante (monitoraggio), ex post (verifica e report finale), e sarà applicato alle imprese attraverso un quadro normativo già sperimentato in 21 settori merceologici. L’approccio è flessibile, con livelli differenziati (base, plus) e un’attenzione particolare agli spazi culturali: dai materiali edili certificati, agli impianti di climatizzazione, ai sistemi di pulizia, fino agli arredi e alla mobilità sostenibile. Un pacchetto di regole, suggerimenti e buone pratiche destinato a rimodulare l’intero settore.

In molti hanno sottolineato la centralità della collaborazione tra pubblico e privato, tra istituzioni e imprese culturali. Nel suo intervento, Vito Pastore, Direttore Relazioni Esterne e Programmazione Strategica del GSE, ha illustrato il percorso operativo avviato con il protocollo siglato lo scorso maggio con ANEC Lazio e ATIP, volto a favorire la decarbonizzazione del settore cinematografico e teatrale. Il modello sviluppato dal GSE – denominato A.R.T.E. (Analisi, Risorse, Trasformazione, Esiti) – rappresenta una guida concreta per accompagnare le imprese del comparto in percorsi di efficientamento energetico, autoconsumo da fonti rinnovabili e gestione sostenibile degli spazi. Il Direttore ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato, che unisca assistenza tecnica, formazione e ascolto continuo degli operatori, per rendere la transizione energetica non solo un obiettivo ambientale ma anche una leva di innovazione e competitività per le imprese culturali.

Ma è emersa anche l’urgenza di rispondere alle difficoltà reali che il settore attraversa: Massimo Arcangeli (ANEC Lazio) ha ricordato le sfide quotidiane che affrontano le strutture culturali, dal peso della burocrazia agli ostacoli normativi, chiedendo politiche più vicine alla realtà operativa di chi lavora sul campo.

Anche il credito pubblico ha avuto un ruolo centrale nella discussione. Emanuele Petrolito (ICSC) ha evidenziato la necessità di passare da finanziamenti “virtuali” a sostegni anticipati e certi, in modo da permettere agli operatori di pianificare e attuare concretamente i propri progetti di efficientamento.

Tra le voci più concrete quella di Ermenegildo Raucci, che ha raccontato l’esperienza del Multiplex Dream Cinema di Frosinone, un esempio virtuoso di efficientamento energetico realizzato a partire da diagnosi approfondite e mirate. Gli interventi – climatizzazione, involucro edilizio, illuminazione, fotovoltaico, proiettori laser – dimostrano che il cambiamento è possibile quando si fonda su analisi tecniche e investimenti calibrati. A sua volta, Leandro Pesci (ANEC Lazio) ha ricordato che migliorare le strutture ha effetti anche sull’esperienza del pubblico, favorendo il ritorno in sala. Tuttavia, il rischio di tagli annunciati al settore per il 2026 e 2027 – rispettivamente 190 e 240 milioni – getta un’ombra su uno sforzo collettivo che sta appena iniziando a dare risultati.

Sul fronte della musica dal vivoVincenzo Bellini (Assomusica) ha ribadito la necessità di adattare i protocolli agli spazi performativi, anche all’aperto, e ha chiesto strumenti di supporto per le produzioni musicali, spesso penalizzate da alti costi energetici.

Un passaggio fondamentale è stato dedicato ai festival, con l’intervento di Pedro Armocida (AFIC). I festival – ha detto – sono presìdi di coesione sociale, e l’associazione sta lavorando da tempo per produrre linee guida green che riguardano ogni aspetto dell’organizzazione: mobilità, allestimenti, ospitalità, alimentazione, comunicazione. Tuttavia, ritardi nei finanziamenti pubblici spesso impediscono una pianificazione coerente con gli obiettivi ambientali.

Nel pomeriggio, la seconda parte della conferenza ha approfondito il tema della sostenibilità nelle produzioni audiovisive e cinematografiche. Antonio Brunori (PEFC Italia) ha portato una riflessione sorprendente sul legno nel cinema, già oggetto di uno specifico rapporto realizzato a settembre insieme all’Osservatorio: dalle scenografie ai materiali di costruzione, ha denunciato come il settore culturale – inconsapevolmente – alimenti il mercato del legname illegale. PEFC e FSC rappresentano due modelli di certificazione etica da integrare nei protocolli produttivi.

Arsenio Lanzara e Nicola Nicoletti (Framinia) hanno raccontato l’introduzione di pratiche di economia circolare nei set cinematografici: dal recupero del legno alla mobilità sostenibile, passando per il riciclo dei materiali scenici. Serve, ha detto, un cambio di paradigma simile a quello introdotto dalla storica legge sulla sicurezza del lavoro: oggi, quella urgenza si chiama sostenibilità.

Lorenzo Vecchi (Zen2030) ha offerto una visione morale ma concreta del concetto di sostenibilità: “Sostenibilità è felicità e salute. Non basta comunicarla, bisogna viverla nei processi”. Zen2030 lavora con produzioni italiane e internazionali verso l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2030.

Ludovica Chiarini (EcoMuvi) ha illustrato l’innovativo sistema di certificazione ecosostenibile per l’audiovisivo di EcoMuvil’unico in Italia accreditato da Accredia: 5 macroaree, 136 diversi indicatori, di cui 18 per le eccellenze, 5 bloccanti, 43 standard e 62 agili che si adattano ad ogni tipo di produzione. EcoMuvi, recentemente aggiornata, ha introdotto nuove aree legate al digitale, VFX e animazione. Sta lavorando alla creazione di una figura professionale riconosciuta di Green Manager attraverso la creazione di un’associazione europea alla quale hanno subito aderito già trenta paesi, ASPA (Association of Sustainability Professionals in Audiovisual Industries), e un manifesto consultivo per tutte le categorie del settore.

“Nel mondo dello spettacolo e delle industrie culturali e creative, la sostenibilità si afferma come nuova dimensione del progettare e del rappresentare: dai palcoscenici ai set, dai festival alla musica”, lo ha detto Alessandro Rinaldi, direttore Studi e Ricerche e vice direttore generale del Centro Studi Tagliacarne.

“Secondo i dati Sistema Informativo Excelsior di riferiti al 2024, la capacità di gestire tecnologie e prodotti green è richiesta con importanza elevata per il 20,5% delle entrate di professioni dello spettacolo, leggermente al di sotto della media delle imprese culturali e creative e (22,8%) ma al di sopra della media complessiva (18,2%). Questa quota sale in particolare per le professioni tecniche e organizzative – come operatori, macchinisti, organizzatori- portandosi a 26,1%”.

“Inoltre, l’attitudine elevata al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale riguarda un terzo dei profili richiesti (33,1%, la media complessiva è del 41,6%), accentuandosi per le figure di valorizzazione e supporto creativo – come grafici, disegnatori, sarti di scena- (44,1%)”.

Rinaldi ha poi evidenziato che “tra il 2019 e il 2024, questa richiesta di “attitudine green elevata” per le professioni dello spettacolo è cresciuta del +63,5%, rispetto a un dato che per la media complessiva è del +39,9%, caratterizzando in modo particolare le professioni artistiche e performative -come registi, attori, cantanti, coreografi- (+75,3%)”.

La sostenibilità non è più solo efficienza energetica o riduzione dell’impatto “ma una nuova forma di innovazione culturale, che cambia il modo di produrre, progettare e raccontare lo spettacolo.

Dallo stage al set, dai festival ai teatri, nascono nuove figure professionali: green manager, eco-designer di scenografie e costumi, tecnici della sostenibilità di produzione. Sono i protagonisti di una transizione che coniuga creatività, tecnologia e responsabilità ambientale”.

“Come Centro Studi – ha infine specificato – leggiamo in questi dati un segnale forte: le imprese più coesive, innovative e radicate nei territori sono anche quelle più pronte a investire in formazione e competenze green”.

Hanno concluso il panel sull’occupazione e le professioni la partecipazione dal Politecnico di Torino della vicerettrice Patrizia Lombardi e dalla Sapienza di Roma della sociologa e docente Mihaela Gavrila: entrambe hanno posto l’accento sulle competenze ESG espresse dal settore e sempre più richieste.

I lavori sono stati conclusi dalla testimonianza di Enzo De Camillis, scenografo decano del cinema italiano e fondatore del premio Pellicola d’oro dedicato alle 21 professioni del cinema che sono “dietro” alla macchina da presa.

Tutti i materiali del convegno e la registrazione video degli interventi saranno disponibili a breve sul sito dell’Osservatorio: www.osservatoriospettacoloeambiente.it

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